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lunedì 22 ottobre 2012

LI NAIHAN Design in movimento



E’ passato molto tempo da quando nel ’27, nel progetto Domus Nova con Emilio Lancia, Gio Ponti preparò una collezione di arredi concepiti per la produzione in serie e da vendersi in un grande magazzino, La Rinascente, offrendo alla borghesia milanese di quegli anni, un nuovo concetto volto ad  abitare la propria casa. Arredare con gusto e al di là della funzionalità per creare e vivere un luogo dove si riceve gente e si allieta lo sguardo con il nuovo design italiano.
Come non ricordare la Poltrona Seggiovia (1940) di Franco Albini o   la nascita del design d’arredo che crearono un immagine di casa, soprattutto nelle città industriali del Nord Italia, moderna e in grado di cambiare le abitudini domestiche di un popolo che rialzava la testa, con ingegno e voglia di vivere, dopo gli anni drammatici della seconda guerra mondiale.




Ma oggi il mondo sta nuovamente cambiando le nostre case o, quantomeno,  ne modifica i concetti. Esisterà sempre chi acquisterà oggetti d’arredo in modo emozionale, innamorandosi di un divano particolare, di un comodino visto in un mercatino a Parigi piuttosto che una credenza acquistata in una delle tante fiere dell’antiquariato in giro per l’Italia o per il mondo, riempiendo la casa di ricordi e oggetti che identificano la personalità di chi la crea, la trasforma e la vive. Tuttavia, non si può evitare una riflessione su questi tempi in cui molti giovani, la casa, non possono permettersela sia per una questione economica, scegliendo di fatto un affitto, sia per un lavoro che porta con sé mille spostamenti con periodi non troppo brevi da vivere in un albergo ma neanche troppo lunghi da pensare ad un investimento definitivo. In entrambe i casi parliamo di gente a cui un trasloco fa tremare i polsi rappresentando un vero e proprio incubo. C’è dunque un fatto: la velocità dei nostri tempi. una velocità che costringe ad inseguire il lavoro e a cambiare casa con facilità. Ma in tutto questo è possibile trovare un punto di incontro tra lo spostamento e l’identità? Forse sì ma a patto che la parola mobilio si riappropri del suo valore etimologico che lo identifica come qualcosa in movimento. Nel solco di questa rivoluzione nomade si muove la designer Li Naihan vedendo, in oggetti che si muovono per antonomasia, elementi d’arredo funzionali e anche di gusto. Parliamo di casse da imballaggio.
Il suo lavoro consiste nel creare arredo al di là dello spazio, fuori dall’idea di immobilità. Tagliando e assemblando, la Naihan esprime il suo concetto creativo dando concreta forma contenitiva alle scatole da imballaggio che una volta aperte possono trasformarsi in un salotto, in un mobile porta tv o in un funzionalissimo armadio.






Ecco che tre casse si trasformano in sedute e, con l’aggiunta di cuscini, diventano un salotto dove non manca fantasia e creatività. Questi mobili si chiudono e si aprono creando un concetto scevro da condizionamenti di logistica e di spostamento. Si scompone la vita e ogni luogo può essere chiamato casa. Curioso pensare ad una abitazione che ci possa seguire negli spostamenti e facendo questo assumiamo un concetto di nuovo umanesimo, fatto di oggetti riciclati e che acquistano una nuova forma e una nuova funzionalità. Ci viene in mente la nascita di un nuovo modo di fare architettura o di essere designer, creativi sì ma difendendo anche il pianeta. Sarà dunque possibile creare una nuova professionalità, gli ECO-DESIGNER, continuando a sviluppare quelle ricerche abitative a minimo impatto ambientale disseminate qua e là sul pianeta ma non troppo note ed ancora per pochi, sofisticati clienti. 













NOTE BIO.
Proveniente da Harbin, Naihan LI si trasferisce a Pechino a metà degli anni '80 e successivamente studia nel Regno Unito, laureandosi presso la London Bartlett School of Architecture. Dopo il suo ritorno a Pechino, nel 2004, lavora con Ai Weiwei come coordinatore per lo sviluppo architettonico del Parco Jinhua e il progetto irrealizzato “The China Book”. In seguito lavora come architetto e designer indipendente, completando costruzioni e design di interni per vari clienti. E’ stata responsabile per molteplici progetti di arte e mostre di design tra cui la CCTV/TVCC dell’OMA (Office for Metropolitan Architecture), l'UBS Art Collection in Cina e la 2011 Gwangju Design Biennale. Ha sviluppato un linguaggio artistico unico applicando il pensiero architettonico ad un gruppo di opere versatile, prendendo la forma di installazioni su larga scala così come di prodotti finiti.




Marco Boccia





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